MONTESCAGLIOSO – 5 GENNAIO 2018 – I CUCIBOCCA
REFERENTE: ROCCO D’ELICIO (Proloco Montescaglioso)
CELL. 3939873850
prolocomontescaglioso@tiscali.it
deliciorocco@gmail.com
I Cucibocca di Montescaglioso: l’inizio del periodo carnascialesco l’inizio del documentario, l’emblema della
maschera (l’apertura del mondo dei morti).
TRICARICO – 17 GENNAIO 2018
REFERENTE: ROCCO STASI (Responsabile referente rete Carnevali)
CELL. 3925609284
prolocotricarico@libero.it
Il carnevale di Tricarico: a Tricarico il Carnevale è caratterizzato dalle maschere delle mucche e dei tori che
rievocano l’antica transumanza. Alcune maschere hanno le sembianze di Vacche o Giovenche, altre di Tori.
Le prime sono ricoperte di nastri multicolori (in passato di pelli), le seconde indossano abiti e maschere
nere, tutte governate da un Vaccaro. Ogni maschera ha
un campanaccio, tori e mucche si possono distinguere dal suono e dalla forma. I campanacci risuonano tutti
insieme creando un ritrmo confuso ed un’atmosfera caotica, i cittadini sentono questi rumori mentre la
mandria attraversa il paese. A questa rumorosa carovana si uniscono il Conte e la Contessa, maschere che
rappresentano famiglie nobili al seguito del proprio bestiame durante la transumanza.
SAN MAURO FORTE – 20 GENNAIO 2018 – I CAMPANACCI
REFERENTE: DOMENICO DEUFEMIA
CELL. 3383886677
domdeu@libero.it
I campanacci di San Mauro Forte: il Campanaccio a San Mauro Forte è un’originalissima e antichissima
manifestazione popolare. Ha origini legate ai riti pagani propiziatori, in particolare, quelli del culto della
terra e della transumanza. Si arricchisce di simbologia sacra, attraverso i riti dedicati al culto di
Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. In fine, essa introduce la festa del Carnevale, divenendo una
delle manifestazioni carnevalesche tra le più popolari in Basilicata.
LAVELLO – 3 FEBBRAIO 2018 – IL DOMINO
REFERENTE: GIACOMO CANCELLIERI
CELL. 3281523714
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REFERENTE: GAETANO VITALE
CELL. 3248265301
ga.vitale@rfi.it
Il Domino di Lavello: rosso come l’amore e come la passione, il Domino è il vero protagonista del Carnevale.
Maschera intrigante utilizzata quando i tempi non erano ancora disinvolti come i nostri, in cui i giovani
innamorati riuscivano ad avvicinarsi solo durante il ballo, nascosti da una maschera. Ma il Domino è anche
la maschera del rovesciamento sociale in cui ricchi e poveri, si confondono nella goliardia. Una lunga tunica
in raso, generalmente di colore rosso, ornata da un cappuccio che nasconde il viso e da un cordone che
cinge il saio. Ogni partecipante inoltre porta con sé un sacchetto, intonato con il colore del domino, dove
conserva caramelle e cioccolatini da donare a chi accetta l’invito di ballare insieme nelle varie feste.
ALIANO – 4 FEBBRAIO 2018 – LE MASCHERE CORNUTE
REFERENTE: PASQUALE CUDEMO
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Le maschere cornute di Aliano; Le maschere cornute costruite con le sapienti mani degli artigiani, i
coloratissimi cappelli che cercano di smorzare le maschere che a volte appaiono minacciose sfilano per le
strade del paese accompagnate dalla musica delle fisarmoniche e della cupa cupa. Esse rievocano creature
demonia- che e goffe il cui carattere minac- cioso è mitigato dai coloratissimi “cappelloni” che decorano il
capo dei figuranti. Forgiate da argilla e cartapesta con il sapiente lavoro degli arti- giani del posto, le
maschere sono dipinte e dalla parte frontale spun- tano corna assai pronunciate ed enormi nasi pendenti.
In cima ai cappelloni è ricavato un foro de- corato con una penna gallo men- tre, tutt’intorno, filamenti in
carta colorata scendono a mo’ di riccioli.
SATRIANO DI LUCANIA – 8 FEBBRAIO 2018 – IL RUMIT
REFERENTE: MASSIMO CAVALLO
CELL. 3277722142
cristienia1984@gmail.com
REFERENTE: ROCCO PERRONE
CELL. 3295320026
carnevaledisatriano@gmail.com
Satriano, la foresta che cammina: il Rumit (eremita) è un uomo vegetale, albero vagante la maschera silente
che l’ultima domenica prima del martedì grasso gira tra le strade del paese strusciando il fruscio (un
bastone con all’apice un ramo di pungitopo) sulle porte delle case. E’ il suo modo di bussare. Chi riceve la
visita del Rumit rispetta il suo silenzio e in cambio di un buon auspicio dona qualcosa (fino a qualche anno
fa generi alimentari, ora pochi spicci).
TEANA – 10 FEBBRAIO 2018 – L’ORSO
REFERENTE: VINCENZO SALVO
CELL. 3206048707
presidente@prolocoteana.it
VINCENZO MARINO
CELL. 3492752046
vicepresidente@prolocoteana.it
GIUSEPPINA MARINO
CELL. 3333559872
pinamarino@hotmail.it
L’Urs e U’Carnuluvar di Teana: Teana è un piccolissimo comune della provincia di Potenza, situato
all’interno del Parco Nazionale del Pollino. Sorto tra il X e l’XI secolo, periodo di dominio longobardo,
divenne un centro religioso abitato da monaci basiliani. Il suo nome ha subìto varie trasformazioni: Tugana,
Tuganae, Lategana, come ancora oggi gli abitanti chiamano il paese nel diletto locale, fino al definitivo
Teana. Il toponimo deriverebbe dal nome della moglie di Pitagora. Non a caso la leggenda vuole che il
paese sia stato fondato da appartenenti alla scuola pitagorica.
CIRIGLIANO – 11 FEBBRAIO 2018
REFERENTE: ANTONIO GARRAMBONE
CELL. 360438069
prolococirigliano@tiscali.it
Cirigliano: il Carnevale rurale di Cirigliano si lega alla ciclicità delle 4 stagioni in una rappresentazione in cui i
protagonisti sono i 12 mesi dell’anno che sfilano nelle vie del borgo lucano.
La rappresentazione antropologica della vita è tesa a sottolineare, il labile confine tra la vita e la morte e tra
il dolore e la felicità, infatti, la sfilata ha come personaggio principale, la figura del Coraggioso, che identifica
il carnevale morto e deposto in una bara. Il resto dei figuranti, tra cui spicca la Quaremma, povera vedova
del Coraggioso, tra strazio, lamenti e lacrime, condurranno tutti verso il rogo finale del Coraggioso, simbolo
della fine del Carnevale.
MONTESCAGLIOSO – 13 FEBBRAIO 2018 – IL CARNEVALONE
REFERENTE: ROCCO D’ELICIO (Proloco Montescaglioso9
CELL. 3939873850
prolocomontescaglioso@tiscali.it
deliciorocco@gmail.com
Il “Carnevalone” di Montescaglioso: c’è una “primadonna” nella manifestazione montese: Quaremma,
moglie di Carnevalone. Appare nel corteo in un abito nero e con in braccio un pupazzo in fasce,
Carnevalicchio, vestito di bianco in contrapposizione alla madre e simbolo del nuovo. Avanza, lentamente,
coperto da un manto nero che non camuffa il suo pancione sproporzionato e con in testa un cappellaccio,
Carnevalone, vecchio e barbuto si muove “cavalcando” un povero asino e sorreggendo un ombrello nero e
sgangherato. Sulle sue spalle e sui fianchi dell’animale che lo trasporta sono appesi cartelli di insulti e
denunce, pillole di saggezza popolare, espressione di una satira quanto mai moderna. Intorno all’asino gli
“sgherri” – uomini loschi – chiedono, ancora, offerte da portare a Carnevalone.