🎭I “festini” Carnevale di lavello🎊
Gruppi mascherati che nascondono la loro identità dietro al “Domino”, la maschera tipica del carnevale di Lavello, si radunano per ballare fino al mattino.🔅
Oltre alla lunga tunica in raso,le maschere indossano un cappuccio e una mantella che copre spalla e braccia💃🏼. Il colore della maschera si differenzia per tonalità e un tempo variava a seconda del ceto sociale di chi la indossava. Oggi come allora, la più caratteristica corrisponde al rosso identificato nel colore del popolo!🍬
🎊Orso di Jelsi🎊
La tradizione della “Ballata dell’Uomo Orso“🐻 è un ancestrale rito legato alla rinascita della primavera tipico del carnevale.🎉
La tradizione, col tempo, è stata arricchita da uno spettacolo: “La ballata dell’Uomo Orso”. L’orso spunta dal bosco🌳🌲 con atteggiamento aggressivo: ringhia e urla spaventando gli abitanti del paese.😬
L’animale viene catturato🔗 da un coraggioso domatore🕺 che lo trascina per le vie del paese in catene⛓️ e gli ordina di danzare sotto la minaccia di percosse con un bastone⚠️.
🎊S’ainu orriadore di Scano di Montiferro🎊
La maschera di “S’ainu orriadore” è costituita dall’osso del bacino di un bovino 🐃o di un asino ed indossa la Zimarra, la cosiddetta mastrucca presente in quasi tutte le maschere sarde. Trascina con sé delle catene⛓️, muovendosi a passo d’uomo munita di un bastone o mazzuccu in cerca di un’anima👻 da poter rubare e potersene così impossessare. Secondo la credenza popolare la maschera rappresentava il diavolo 😈 che veniva sulla terra per annunciare la morte⚰️ di qualcuno. Esso si presentava in diverse forme e sotto diversi aspetti non definibili.
🎉Belli e brutti🎊
Le maschere tradizionali di Sùvero (Liguria) sono due: i “belli” e i “brutti”.
I primi indossano abiti dai colori 🌈vivaci in fantasia floreale💐, adornati di trine, fiocchi 🎀e campanelli e calzano cappelli rivestiti con la stessa stoffa del vestito, ornati da lunghi nastri variopinti, pizzi, perline e campanellini.
I secondi sono vestiti con velli di capra 🐐 o pecora 🐑 e sulla testa indossano lunghe e grosse corna , mentre il viso è tinto di nero o ricoperto da maschere dai tratti cupi ed arcigni👺 e portano legati in vita dei campanacci da mucca, che scuotono mentre camminano.
Così abbigliati i mascheri dei Belli e Brutti visitano fin dal primo mattino i casali del territorio e di altre frazioni dell’Alta Val di Vara su camion🚛 e trattori🚜 ottenendo in cambio cibo in quantità🍞 e generosi bicchieri di vino🍷 e grappa; successivamente, nel pomeriggio, sfilano per le strade del paese, fermandosi ad ogni casa: qui, mentre il padrone prepara un veloce rinfresco, i belli fanno ballare💃🏻 le donne della famiglia, mentre i brutti non risparmiano scherzi e burle a nessuno🤡. Al calare della sera ci si riunisce tutti per cenare in compagnia.
🎊LE MASCHERE di ALIANO🎊
Le caratteristiche “maschere cornute”, dalle antiche origini, sono grottesche e diaboliche figure di animali. Indossano i classici mutandoni invernali (“i cauzenitt”) cingendosi trasversalmente con un nastro di cuoio da cui pendono numerosi campanelli di bronzo🔔 e finimenti di muli🐎 e cavalli🐴.
Hanno il volto coperto da un orrenda maschera fatta di argilla e cartapesta con un grosso naso e grandi corna🎭. Sulla testa portano penne di gallo sistemate a mò di capelli, ed in mano pelli di pecora🐑 rinsecchite ed arrotolate. Si tratta del ciuccigno, una sorta di bastone molle col quale colpiscono sulla schiena chi intralcia il corteo.
È evidente in queste maschere un valore apotropaico, atto cioè a scongiurare, allontanare o annullare l’influsso delle forze del male in un momento cruciale dell’anno, quello dell’incipiente primavera 💐e quindi della ripresa del ciclo vegetativo. Ad assolvere a questa funzione è il carattere mostruoso-grottesco delle sembianze, così come il suono metallico dei campanelli che qui, come in altre culture del mondo, assume natura di talismano.
🎊LE MASCHERE DI SOCHOS🎊
I costumi possono essere indossati da chiunque: uomini e donne, adulti e bambini. Ma gli uomini indossano le campane🔔 più pesanti, cinque delle quali legate intorno alla vita, del peso di 18-20 chilogrammi.
Le persone indossano pelli di capra o agnello 🐑con campane intorno alla vita e maschere che arrivano da un metro di altezza con un alto copricapo ricoperto di nastri e sormontato da una coda di volpe.
🎊Il carnevale di Teana con il suo orso 🎊
A Teana il Carnevale si festeggia con tante maschere tradizionali, tra queste le più importanti ci sono l’Orso 🐻e il Carnevale che verrà processato. Il corteo di Carnevale è composto da quattro gendarmi, un prete e il sacrestano, il giudice con alcuni medici, la Quaremma e alcune figlie che il padre ha affamato.
Nonostante si proceda verso un processo che sarà seguito dalla condanna, la sfilata è allegra. Musicanti suonano cupa cupa e organetto, con loro ci sono anche lo Sposo 🤵🏻♂e la Sposa👰🏻♀, il portafortuna con un pappagallo🦜 in gabbia e i contadini.🌾
Come Carnevale le altre maschere cantano e ballano💃🏻 per i vicoli di Teana. Quando il variopinto corteo arriva in piazza può cominciare il processo.
Il giudice🧑🏻⚖️ lascerà decidere la sentenza al popolo che lo condannerà a morte per fucilazione, l’Orso però riuscirà a liberarsi dalla catene e fuggirà nel bosco con Carnevale.
La danza dei Falcetti di Episcopia🎉
La festa in onore della Madonna del Piano viene celebrata ogni anno, per antica tradizione, nei giorni 4 e 5 agosto ☀️.
I solenni festeggiamenti hanno inizio il pomeriggio del 4 agosto, quando ha luogo una prima sfilata per le vie cittadine con gregne (strutture lignee rivestite di spighe di grano🌾 sapientemente intrecciate, recate in testa dalle donne) e scigli (di simile fattura, portati a spalle da due persone).
Il 5 agosto, alle prime luci dell’alba🌅, si snoda una processione preceduta da scigli e gregne verso il Santuario, e lungo il percorso si rinnovano i ritmi di antiche danze popolari. I giocatori (pacchiani) mimano il gioco del falcetto tenendo in una mano la falce (ora in legno) e nell’altra un manipolo di spighe🌾 per ricordare e riattualizzare il momento in cui accadde il rinvenimento della statua da parte dei mietitori i quali, per festeggiare questa miracolosa scoperta, si abbandonano all’esultanza e alla gioia, danzando💃 con in mano la falce e il manipolo di spighe.
🎊maschere di Monastiraki 🎉
Un’usanza molto interessante sotto forma di dromenon* chiamata “Arapides” viene eseguita il giorno dell’Epifania (6 gennaio), nel villaggio di Monastiraki, vicino alla città di og Drama, nel nord della Grecia.
Il dromenon deve il suo nome al colore nero⬛ predominante nel costume delle mascherate, che consiste in un lungo soprabito da pastore nero e arruffato, un’imponente maschera🎭 alta in pelle di capra e tre grandi e pesanti campanacci 🔔🔔🔔legati intorno alla vita. In una mano si porta una spada 🗡️di legno, mentre nell’altra tengono un sacchettino pieno di cenere delle dodici fate di Christmashearth, picchiettando con essa i passanti.
🎊IL CARNEVALONE di Montescaglioso 🎉
Il Carnevalone di Montescaglioso, che nasce dalla cultura dei massari e dei braccianti, celebra i riti propiziatori della fertilità e del risveglio della natura🌱 e le figure tradizionali dell’evento rimandano a simboli arcaici provenienti dal mondo greco-romano e medievale.
Anticamente i costumi erano realizzati con pelli di animali, oggi viene utilizzata la tela di canapa, di juta, ma anche la plastica dei sacchi per le sementi del grano🌾, carta, cartoni, stoffe di vestiti in disuso. Il Carnevalone, come la natura, ricicla quasi tutto. All’alba🌅 del martedi grasso, ha inizio il lungo rito della vestizione. Il gruppo ha precise figure e gerarchie. Apre la parca, che rotea il lungo fuso tra le gambe della gente: simbolo della ruota del tempo che gira e della morte⚰️ che prima o poi arriva. Seguono i portatori dei campanacci🔔 più grossi, la tetra figura della “Quaremma”, vestita di nero⬛ e con in braccio un neonato👶. Ed ancora la carriola con il Carnevalicchio in fasce, ove depositare le offerte in natura e la sposa👰🏻♀️ di Carnevalone, più o meno sguaiata, che ferma tutti e chiede offerte in natura e danaro.
🎉Il Carnevale di Cirigliano🎊
Il carnevale di Cirigliano, di antichissima tradizione culturale risalente al medioevo, è un rito propiziatorio tra il sacro e il profano, collegato ai riti della fertilità e al sopraggiungere della primavera🌸.
Nel colorito e variegato corteo, ogni maschera🎭 rappresenta una coltura tipica di ognuna delle stagioni o dei mesi dell’anno.
Il corteo si fa strada al suono assordante dei campanacci🔔, aperto dai pastori e dai preti blasfemi che accompagnano, con in mano una croce✝️ ed il teschio☠️ di un bovino, il feretro del Carnevale, trasportato a spalla per le vie del paese.
Carnevale, spesso impersonato da un giovanotto in carne ed ossa, viene compianto dalla vedova “Quaremma”.
Terminato il corteo funebre si compie il rogo🔥 del Carnevale, un fantoccio che viene fatto bruciare come rito propiziatorio per la stagione primaverile che sta per sopraggiungere.
🎊LE MASCHERE DI TRICARICO 🎉
Colori, suoni, tradizioni, fanno del Carnevale di Tricarico un evento magico e unico nel suo genere. Dalle origini incerte, ma antichissime, il Carnevale di Tricarico è caratterizzato da maschere di tori🐂 e mucche 🐄(impersonati da uomini), che rappresentano una mandria in transumanza.
Neri⬛ con nastrini rossi🟥 i primi, bianche⬜ con nastrini colorati🌈 le seconde.
Il Carnevale di Tricarico cade nel giorno di Sant’ Antonio Abate, il 17 gennaio, protettore degli animali domestici. Le maschere 🎭 tipiche si ritrovano, alle prime ore dell’ alba🌅, davanti la Chiesa⛪ di Sant’Antonio Abate e, come da tradizione, girano tre volte intorno alla chiesa per poi incamminarsi verso il centro storico del paese.
Inquadrati secondo un ordine rigoroso che si rifà alla mandria in transumanza, il corteo è aperto dal massaro, vestito di pelli, con bastone e fucile, impegnato a mantenere l’ordine nella coloratissima sfilata e ad impedire e controllare le intemperanze dei tori🐂.
Tutti scuotono imponenti campanacci🔔, momentaneamente sottratti ai bovini, e le vie del paese sembrano attraversate da un immensa mandria in movimento.
🎊SCACCIUNI E FIMMENE di Cattafi 🎊
Gli “Scacciuni” sono la maschera tipica di Cattafi, la cui origine sembra collocarsi fra il 1500 e il 1600, quando orde di turchi imperversavano nei nostri mari🌊, saccheggiando e depredando le località costiere.🌅
Dopo la battaglia contro i saraceni, che si concluse con la vittoria dei Cattafesi, prese a usarsi il termine “SCACCIUNI” per indicare, appunto, l’uomo coraggioso, il paladino della giustizia.
In segno scaramantico, i vincitori presero ad indossare, in determinate occasioni, i costumi dei vinti: abiti variopinti costituiti da un gonnellino di stoffa pregiata indossato a ridosso di un pantalone corto, portato sopra il ginocchio, dello stesso tipo di stoffa, orlato da ricami di grande pregio; una camicia (perlopiù bianca) 🥼sulla quale incrociavano nastri multicolori; scarpe, lunghe calze e guanti bianchi.
Ma il particolare più interessante era costituito da un lunghissimo cappello a forma di cono, alto ben oltre il metro, dotato di un’anima di canna ricoperta di stoffa pregiata, ornato di pietre preziose, dalla cui sommità si dipannavano una miriade di lunghi nastri colorati.
Ed ancora oggi, nel giorno di Carnevale, questa figura unica nel suo genere, come per incanto fa la sua apparizione per le strade del paese
🎉Diavolo di Tufara🎊
Il “Diavolo”👹 indica una arcaica maschera carnevalesca che, come da tradizione, spunta all’improvviso l’ultimo giorno di Carnevale tra i vicoli del paese🛣️, palesandosi tra corse, salti, danze e acrobazie sfrenate🤸🏻♂️ che suscitano timore 🫣
Il diavolo indossa sette pelli di capro🐐 che, secondo i riti pagani, era l’animale in cui era solita manifestarsi la divinità; impugna un tridente, ha un volto diabolico 👺sul quale il colore prevalente è il rosso fuoco, occhi sgranati, denti digrignati e orecchie a punta: insomma un essere mostruoso.