RADUNO MASCHERE ANTROPOLOGICHE 2023
12 Maggio 2023
Estrazione Lotteria del XII Raduno delle Maschere Antropologiche 2023
30 Giugno 2023
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I gruppi di antropologico2023

🎭Le zite di Letino🎊

Le “Zite” di Letino, un bellissimo esempio di costumi tradizionali femminili indossati dalle donne del paese di Letino, in provincia di Caserta, durante le festività e le occasioni speciali. Il costume è composto da una gonna lunga e ampia, generalmente di colore nero o blu scuro, decorata con pizzi e ricami, una camicia bianca con maniche ampie, detta “camicia a balzo”, e un grembiule ricamato a colori vivaci, mentre la testa è coperta da un fazzoletto di seta o cotone, chiamato “scialle”, legato sotto il mento o annodato sulla nuca.

Durante il carnevale, invece, è tradizione che gli uomini si vestano con il costume delle “zite” in una pratica nota come “carnevale dei maschi in gonnella”. Questa tradizione risale al Medioevo quando i contadini di Letino, impegnati nei lavori agricoli durante tutto l’anno, trovavano nel carnevale un momento di svago e di sfogo dalla routine quotidiana, divertendosi a travestirsi e a scambiare i ruoli di genere.

Oggi, la tradizione delle “zite” di Letino continua a rappresentare un importante patrimonio della cultura popolare italiana, mantenuta in vita dai letinesi che celebrano le loro radici e la loro identità culturale.


🎊Mamhutzones di Samugheo🎊

i Mamhutzones di Samugheo che rappresentavano i seguaci di Dioniso, dio della vegetazione, le cui feste si celebravano in quasi tutte le antiche società agrarie.

Si vestono di pelli e nascondono il volto con un copricapo di sughero munito di autentiche corna caprine o bovine, cercano di raggiungere l’estasi dionisiaca e lasciandosi possedere dal dio per rendersi simili a lui.

Un tempo tutti i mamutzones portavano con sé un bastone avvolto di pervinca o di edera, a somiglianza del Tirso. Essendo tale strumento alquanto ingombrante, oggi viene portato solo da qualche maschera e da colui che conduce il gruppo. I sonagli hanno significato apotropaico, vogliono cioè, col loro suono tenere lontani dalla cerimonia gli spiriti del male.


🎊i Boes e Merdules di Ottana.🎊

Il “merdule” vero e proprio porta la maschera umana, il nome si suppone che abbia origine nuragica: mere = padrone e ule = bue; quindi padrone del bue. “Sos boes” portano la maschera taurina che presenta decori e ornamenti realizzati con lo scalpello e il coltello e rappresenta l’animale che si ribella al padrone.

Sia i boes che i merdules vestono pelli di pecora integre di vello e portano in viso maschere di legno fatte di pero selvatico dette Carazzas (cara, in sardo, significa viso). I boes portano sulla spalla un fitto grappolo di campanacci dette sas sonazzas o su erru, i merdules a differenza dei boes, non portano campanacci.


🎉Om’ne Curt 🎊

Om’ne Curt di Sammichele di Bari, alla loro prima partecipazione al Raduno Internazionale delle Maschere Antropologiche.
La maschera rimanda al mondo contadino: ad un uomo viene posto sul capo un sacco di juta che ricopre la persona sino a fianchi. Sempre ai fianchi viene legato trasversalmente un bastone che fungerà da braccia e su cui vengono infilate le maniche di una camicia ed una giacca con dei guanti legati alle estremità di bastoni che fungono da mani. L’effetto ottico finale è quello di un contadino di piccola statura e con la testa molto grossa.

Al Carnevale di Sammichele di Bari esiste anche la versione femminile “la fèm(e)na cort(e)”.


🎊pohicinelle di Alessandria del Carretto🎊

 le maschere del Carnevale di Alessandria del Carretto, “u pohicinelle bielle e u pohicinelle brutte”, che parteciperanno alla XII edizione del Raduno delle Maschere Antropologiche di Tricarico. I pulcinella belli sono caratterizzati da pantaloni bianchi, camicia chiara, anfibi ai piedi e una maschera verniciata di bianco, mentre il “cappelletto” è decorato con nastri, piume, coccarde multicolore e uno specchio. “U scruiazzo”, un bastone di legno decorato con sfere di tessuto colorate, completa il costume.
A contrastare i pulcinella belli, ci sono i pulcinella brutti, rappresentanti delle persone anziane, con un costume nero in pelle di pecora o capra ornato da campanacci e catene. Queste maschere spaventose facevano scherzi pesanti a chi incrociava la loro strada e spargevano cenere per le vie del paese in un corteo “nero” e cupo, in contrasto con quello “bianco” e allegro dei pulcinella belli.


🎊i Rodda Pust di San Pietro del Natisone🎊

I Pust, durante i giorni di carnevale, passa per le case accompagnato dal diavolo e l’angelo che insieme mettono a soqquadro la casa per ricordare che l’inverno sta per finire e che son da fare le dovute pulizie di primavera.

Alla vigilia dell’Epifania, dopo la benedizione dell’acqua e del fuoco, il Pust viene trascinato in catene per le vie del paese sino al pignarul, davanti al quale viene liberato.


🎊I Survakari 🎊

I Survakari indossano maschere rivestite di piume realizzate a mano dagli stessi partecipanti e dai membri delle loro famiglie.

Ci sono anche Survakari vestiti con pellicce di capra e di pecora, altri indossano maschere animalesche con corna, e sui ballerini spiccano chiassosi campanacci, indispensabili alleati nella lotta contro gli spiriti maligni. Il vecchio e la sposa, che entrano in ogni casa per eseguire vari rituali, sono solo alcuni dei personaggi interpretati dalle maschere.


AGNONA e il carnevale di Borgosesia🎉


Questo carnevale nato a metà dell’ottocento è rappresentato dal Peru Magunella e dalla Gin
Fiammàa e attorniato da numerose maschere rionali.
Ogni anno dal 1855, si svolge il MERCU SCUROT , una sfilata con musica per le vie del borgo ,
vestiti in frak, mantella ,cilindro ,galla e dotati di un mestolo di legno(CASU’’) per mangiare ,
bere in allegria e festeggiare la fine e il funerale del carnevale.
La Pro Loco di AGNONA partecipa attivamente con le maschere BATARU’’e MARIBELA
con tutto il gruppo sfilando con costumo tema STEAMPUNK.


🎊I Pulcinella e zeza di Formia🎉

La Grande Parata di Pulcinella è uno spettacolo coinvolgente in cui la maschera de I Pulcinella e la sua allegra compagnia scorazzano per le strade, coinvolgendo il pubblico con la loro simpatia e i loro stuzzichini linguistici. La musica dell’organetto e delle percussioni fa da giusto accompagnamento, rendendo lo spettacolo adatto a qualsiasi luogo dove si voglia un po’ di allegria e di musica.


🎉Carnevale di Venezia🎊

Il Carnevale di Venezia, risorto nel 1979 grazie all’iniziativa di alcune associazioni di cittadini e al contributo di importanti enti culturali, ha ripristinato alcune antiche tradizioni in chiave moderna. Tra queste, la Festa delle Marie, che consiste nel far sfilare dodici donne, accompagnate da sbandieratori, musicisti e damigelle d’onore, per eleggere la Maria dell’anno, la più bella, che vince un ricco premio. La Festa si svolge il primo sabato di Carnevale e fu ripristinata nel 1999.


🎊Skoromati🎉

Podgrad – slovenia.

l loro nome compare per la prima volta in un documento del 1340 in cui le autorità della città di Cividale del Friuli (Čedad in sloveno) emanarono il divieto di uscire in strada “in habitu scaramatte” – cioè mascherati da “scaramat” o “škoromat”.

Ma da dove deriva il nome “škoromat”? Gli studiosi hanno avanzato diverse ipotesi, tra cui la più plausibile sarebbe la derivazione dall’antico tedesco “skarwahta”, “Scharwächter” in tedesco moderno, che significa “guardiano”.Con il termine “škoromati” si indica una moltitudine di maschere diverse, alcune di origine più antica, altre più nuove. Tra le più antiche c’è il già citato škopit o “kliščar” che, come detto, rappresenta la figura del guardiano. Un impermeabile nero legato con un catenaccio, un grande copricapo tondo fatto di pelle di coniglio e piume di rapace, stivali neri e un paio di enormi tenaglie: questi sono gli attributi dello škopit che, con il volto completamente ricoperto di colore nero, è lo škoromat che più incute timore.L’altra figura più antica e più famosa sono gli “škoromati z zgonci” (“škoromati con i campanacci”) o “zgončarji”, che come dice il nome stesso indossano legati intorno alla vita, sopra a un gilet di pelle di pecora, dei pesanti campanacci che fanno risuonare correndo o saltando. Come in altre maschere tradizionali slovene, anche qui il rumore e i suoni forti hanno un ruolo rituale, tra cui quello di scacciare l’inverno e il male per propiziare l’arrivo della primavera e della luce.


🎊I “festini” Carnevale di lavello 🎉

Gruppi mascherati che nascondono la loro identità dietro al “Domino”, la maschera tipica del carnevale di Lavello, si radunano per ballare fino al mattino.

Oltre alla lunga tunica in raso,le maschere indossano un cappuccio e una mantella che copre spalla e braccia. Il colore della maschera si differenzia per tonalità e un tempo variava a seconda del ceto sociale di chi la indossava. Oggi come allora, la più caratteristica corrisponde al rosso identificato nel colore del popolo!


🎊Le maschere cornute di Aliano🎉

Le caratteristiche “maschere cornute”, dalle antiche origini, sono grottesche e diaboliche figure di animali. Indossano i classici mutandoni invernali (“i cauzenitt”) cingendosi trasversalmente con un nastro di cuoio da cui pendono numerosi campanelli di bronzo e finimenti di muli e cavalli.

Hanno il volto coperto da un orrenda maschera fatta di argilla e cartapesta con un grosso naso e grandi corna. Sulla testa portano penne di gallo sistemate a mò di capelli, ed in mano pelli di pecora🐑 rinsecchite ed arrotolate. Si tratta del ciuccigno, una sorta di bastone molle col quale colpiscono sulla schiena chi intralcia il corteo.

È evidente in queste maschere un valore apotropaico, atto cioè a scongiurare, allontanare o annullare l’influsso delle forze del male in un momento cruciale dell’anno, quello dell’incipiente primavera 💐e quindi della ripresa del ciclo vegetativo. Ad assolvere a questa funzione è il carattere mostruoso-grottesco delle sembianze, così come il suono metallico dei campanelli che qui, come in altre culture del mondo, assume natura di talismano.


🎊Il Campanaccio di San Mauro Forte🎉

il 16 gennaio, si festeggia il carnevale con una sfilata spontanea di suonatori di campanacci. Diverse squadre di portatori di campanacci percorrono le vie del paese al suono rumoroso dei campanacci. Quelli più lunghi sono detti di sesso maschile, mentre quelli più larghi di sesso femminile. La festa di antiche origini, legata al culto di Sant’Antonio Abate ha significato apotropaico e propiziatorio di sollievo dai malanni e di abbondanza dei raccolti. La chiusura del carnevale si celebra con il funerale e il lamento funebre del fantoccio bruciato in piazza.


🎊IL CARNEVALONE di Montescaglioso 🎉

Il Carnevalone di Montescaglioso, che nasce dalla cultura dei massari e dei braccianti, celebra i riti propiziatori della fertilità e del risveglio della natura🌱 e le figure tradizionali dell’evento rimandano a simboli arcaici provenienti dal mondo greco-romano e medievale.

Anticamente i costumi erano realizzati con pelli di animali, oggi viene utilizzata la tela di canapa, di juta, ma anche la plastica dei sacchi per le sementi del grano🌾, carta, cartoni, stoffe di vestiti in disuso. Il Carnevalone, come la natura, ricicla quasi tutto. All’alba🌅 del martedi grasso, ha inizio il lungo rito della vestizione. Il gruppo ha precise figure e gerarchie. Apre la parca, che rotea il lungo fuso tra le gambe della gente: simbolo della ruota del tempo che gira e della morte⚰️ che prima o poi arriva. Seguono i portatori dei campanacci🔔 più grossi, la tetra figura della “Quaremma”, vestita di nero⬛ e con in braccio un neonato👶. Ed ancora la carriola con il Carnevalicchio in fasce, ove depositare le offerte in natura e la sposa👰🏻‍♀️ di Carnevalone, più o meno sguaiata, che ferma tutti e chiede offerte in natura e danaro.


🎊LE MASCHERE DI TRICARICO 🎉

Colori, suoni, tradizioni, fanno del Carnevale di Tricarico un evento magico e unico nel suo genere. Dalle origini incerte, ma antichissime, il Carnevale di Tricarico è caratterizzato da maschere di tori🐂 e mucche 🐄(impersonati da uomini), che rappresentano una mandria in transumanza.

Neri⬛ con nastrini rossi🟥 i primi, bianche⬜ con nastrini colorati🌈 le seconde.

Il Carnevale di Tricarico cade nel giorno di Sant’ Antonio Abate, il 17 gennaio, protettore degli animali domestici. Le maschere 🎭 tipiche si ritrovano, alle prime ore dell’ alba🌅, davanti la Chiesa⛪ di Sant’Antonio Abate e, come da tradizione, girano tre volte intorno alla chiesa per poi incamminarsi verso il centro storico del paese.

Inquadrati secondo un ordine rigoroso che si rifà alla mandria in transumanza, il corteo è aperto dal massaro, vestito di pelli, con bastone e fucile, impegnato a mantenere l’ordine nella coloratissima sfilata e ad impedire e controllare le intemperanze dei tori🐂.

Tutti scuotono imponenti campanacci🔔, momentaneamente sottratti ai bovini, e le vie del paese sembrano attraversate da un immensa mandria in movimento.


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